Ha destato scalpore soprattutto tra tifosi e appassionati di calcio, la svolta di immagine decisa dalla dirigenza del club più blasonato d’Italia per il rebranding della Juventus Football Club. Presentato non a caso al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano, il nuovo logo della Juventus rompe decisamente con la tradizione, non solo del club ma anche di tutto l’immaginario iconografico legato al mondo dello sport.
Un design moderno, essenziale e minimalista, ma anche fortemente evocativo, che sintetizza perfettamente il carattere, la storia, l’identità del club. Un logo che secondo i suoi creatori (l’agenzia Interbrand) si presenta forte, inconfondibile, un’icona globale adatta alla modernità, studiata per dare il meglio di sé in ogni campo di applicazione sia fisico che digitale e per superare coraggiosamente il conformismo degli stemmi calcistici tradizionali.
L’obiettivo del rebranding è stimolare la crescita di presenza, di influenza e di merchandising con una proposta di argomenti, prodotti e servizi varia ed innovativa.
«Se c’è una realtà che può andare oltre l’aspetto sportivo e spingersi a rappresentare la propria filosofia quella è proprio la Juventus, sinonimo di ambizione ed eccellenza» Manfredi Ricca, Chief Strategy Officer di Interbrand.
Un approccio decisamente audace, che ha ovviamente incontrato il disappunto della maggioranza dei tifosi, da sempre tradizionalisti, per i quali occorrerà ben più di qualche mese per abituarsi a questa nuova identità bianconera.